Nonostante tutto il mondo sia interessato dalla pandemia da COVID-19,
che affligge ormai migliaia di persone, la percezione e valutazione
dell’emergenza nelle diverse popolazioni e negli Stati, risulta ancora
variegata e caratterizzata da differenti priorità e argomentazioni. Ci si
divide, infatti, tra chi è preoccupato per un imminente collasso del proprio
Sistema Sanitario Nazionale, chi paragona ancora il virus a una “tradizionale”
influenza e chi invece teme per il tessuto industriale e produttivo.
Sebbene la pandemia, per definizione, abbia colpito moltissimi Paesi
al mondo, si è scelto in questa analisi, di soffermarsi sul solo contesto
nazionale italiano che, come ben sappiamo, presenta delle caratteristiche
peculiari. Da una parte, l’Italia è stata fortemente colpita da questa emergenza
COVID-19, sia per numero di contagi, sia per numero di cittadini deceduti.
Dall’altra parte, a differenza di molti altri Paesi europei, è stata teatro,
negli ultimi anni, di azioni di spending review, all’interno del
contesto pubblico, in senso più ampio, ma con particolare riguardo all’ambito
sanitario.
Nelle more di queste azioni di revisione ed efficientamento, per
ottemperare alle richieste normative, dalla Legge Balduzzi del 2012, al DM n.70
del 2015, sono stati tagliati complessivamente ben 7.389 posti letto.
Come è ormai noto, la diffusione del COVID-19 nel nostro Paese non
risulta essere omogenea, infatti interessa in modo specifico le Regioni del
Nord Italia e soprattutto la Lombardia, Regione del focolaio d’origine. È
altresì noto che il COVID-19 abbia sovraccaricato in modo repentino e
inaspettato le capacità dei Sistemi Sanitari Regionali anche se in modo
molto differente: proprio per tutto questo ordine di ragioni, si proporranno
alcune considerazioni distinguendo la situazione nelle diverse Regioni.
In particolare, si vorrebbero riportare, all’interno di questo
contesto di analisi degli indicatori che tipicamente vengono utilizzati
per la valutazione delle performance gestionali delle Unità Operative,
ma che sono divenuti elementi di discussione comune con l’avvento della
pandemia.
Tali tematiche trovano ampio spazio di trattazione all’interno di
tutti i percorsi formativi manageriali per i futuri coordinatori di Unità
Operativa o Servizio e dirigenti di struttura complessa erogati dal Centro
sull’Economia e il Management nella Sanità e nel Sociale della LIUC
Business School, così come nelle attività di ricerca condotte per la
valutazione delle performance delle strutture sanitarie del sistema.
Nello specifico, “l’oggetto di indagine di questo contributo è il calcolo
del tasso di saturazione (o tasso di occupazione) dei posti letto di terapia
intensiva nelle diverse Regioni, indice che sintetizza la quota parte dei posti letto mediamente
occupati in uno specifico periodo, sul totale dei posti letto a disposizione
nel medesimo spazio di tempo”, dichiara Fabrizio Schettini del Centro sull’Economia
e il Management nella Sanità e nel Sociale della LIUC Business School.
“La scelta di valutare un indicatore di efficienza e un indicatore
di outcome è in linea con l’esigenza di trovare un equilibrio
gestionale tra gli elementi di efficacia clinica e quelli di efficienza
produttiva”.
In prima analisi, spiega Daniele Bellavia, “sono stati raccolti
i dati sui posti letto dedicati interamente alla terapia intensiva di ogni
Regione (Ministero della Salute, 2020) e i dati sui pazienti affetti da
COVID-19 ricoverati (Protezione Civile, 2020). Con l’ausilio di queste
informazioni, è stato possibile calcolare sia il tasso medio di saturazione
dei posti letto dal momento dell’emergenza, sia il tasso di saturazione
puntuale, calcolato nella data del 31 marzo”.
È stato inoltre ritenuto interessante svolgere un confronto tra
la mortalità per COVID-19 e tra quelle causate dalle infezioni dell’apparato
respiratorio più comuni, nello specifico influenza e polmonite, utilizzando i
dati del triennio 2015-2017 a nostra disposizione (ISTAT).
Per rendere tali dati confrontabili con la mortalità da COVID-19, il
numero di pazienti deceduti per influenza e polmonite è stato riproporzionato
su un intervallo di tempo pari a 39 giorni (equivalenti al tempo trascorso tra
la data del primo paziente ricoverato in Italia, il 21/02/2020) e la data in
cui sono state raccolte le informazioni (31/03/2020).
Tabella - Tassi di saturazione
dei posti letto per pazienti COVID-19
Regioni
|
Deceduti per COVID-19 (alla data del
31/03/2020)
|
Tasso medio di saturazione nel corso dei 39
giorni (dal 21/02/2010 al 31/03/2020)
|
Tasso di saturazione puntuale (alla data del
31/03/2020)
|
Valle d'Aosta / Vallée d'Aoste
|
56
|
122,86%
|
216,67%
|
Lombardia
|
7.199
|
74,85%
|
124,09%
|
Marche
|
452
|
65,16%
|
109,74%
|
Liguria
|
428
|
52,82%
|
96,24%
|
Piemonte
|
854
|
52,42%
|
94,17%
|
Trentino-Alto Adige / Südtirol
|
164
|
40,55%
|
81,63%
|
Umbria
|
37
|
38,71%
|
61,43%
|
Toscana
|
244
|
36,59%
|
65,55%
|
Abruzzo
|
115
|
36,14%
|
66,97%
|
Emilia-Romagna
|
1.644
|
30,10%
|
54,31%
|
Friuli-Venezia Giulia
|
113
|
26,43%
|
47,24%
|
Veneto
|
477
|
25,41%
|
44,61%
|
Basilicata
|
7
|
18,79%
|
34,69%
|
Molise
|
9
|
15,98%
|
25,81%
|
Puglia
|
110
|
15,48%
|
34,77%
|
Campania
|
133
|
13,45%
|
22,70%
|
Lazio
|
162
|
10,98%
|
25,63%
|
Sicilia
|
81
|
10,93%
|
18,37%
|
Sardegna
|
31
|
10,61%
|
22,76%
|
Calabria
|
36
|
10,00%
|
13,39%
|
Innanzitutto, per comprendere i dati è importante sottolineare come,
mentre in una Unità Operativa tradizionale, il tasso di saturazione
atteso per la gestione ottimale è sicuramente superiore al 90%, e dovrebbe
assestarsi intorno al 95%; per quanto riguarda la Terapia Intensiva,
diviene critico con percentuali pari o superiori all’80%.
Si sottolinea che i tassi di occupazione dei posti letto riportati in
tabella fanno riferimento solo ai pazienti affetti da COVID-19,
senza contare i volumi di prestazioni sanitarie volte a curare altri bisogni di
salute.
Come si evince dalla tabella, le Regioni con il tasso di
saturazione medio e assoluto più alto sono Lombardia, Marche, Liguria e
Piemonte, che sono anche le Regioni con il più alto numero di decessi. La Valle
d’Aosta dispone di una dotazione strutturale di solo 12 posti letto, avendo
scelto di non avere strutture di terzo livello: ciò però implica come un solo
paziente degente, rappresenti, dunque, un’occupazione dell’8%. Riflessione
differente sia per il Veneto sia per l’Emilia-Romagna, Regioni
che per prime si sono adeguate ai dettami imposti negli anni per la riduzione
dei posti letto e sono riuscite a mantenere un tasso di saturazione dei posti
letto più contenuto, avendo anche improntato politiche lievemente differenti
(come il Veneto per i tamponi).
Tabella - Confronto tra tasso di saturazione dei
posti letto e variazione assoluta della mortalità
Regioni
|
Deceduti Coronavirus al 31 Marzo Protezione
Civile
|
Deceduti Riproporzionato su 39 giorni dalla
prima morte di coronavirus
|
Incremento in valore assoluto
|
Incremento %
|
Valle d'Aosta / Vallée d'Aoste
|
56
|
4
|
52
|
1199%
|
Lombardia
|
7.199
|
255
|
6.944
|
2728%
|
Marche
|
452
|
29
|
423
|
1465%
|
Liguria
|
428
|
51
|
377
|
735%
|
Piemonte
|
854
|
143
|
711
|
497%
|
Trentino Alto Adige / Südtirol
|
164
|
23
|
141
|
607%
|
Umbria
|
37
|
24
|
13
|
52%
|
Toscana
|
244
|
87
|
157
|
180%
|
Abruzzo
|
115
|
16
|
99
|
632%
|
Emilia-Romagna
|
1.644
|
149
|
1.495
|
1003%
|
Friuli-Venezia Giulia
|
113
|
37
|
76
|
205%
|
Veneto
|
477
|
131
|
346
|
265%
|
Basilicata
|
7
|
7
|
0
|
0%
|
Molise
|
9
|
6
|
3
|
55%
|
Puglia
|
110
|
51
|
59
|
116%
|
Campania
|
133
|
56
|
77
|
138%
|
Lazio
|
162
|
139
|
23
|
17%
|
Sicilia
|
81
|
60
|
21
|
36%
|
Sardegna
|
31
|
28
|
3
|
9%
|
Calabria
|
36
|
21
|
15
|
71%
|
È stato calcolato, infine, l’incremento di decessi dovuti a COVID-19
rispetto a quelli causati da influenza e polmonite.
Le Regioni con il Sistema Sanitario più saturo, sono quelle che hanno
un’incidenza di deceduti per COVID-19 maggiore rispetto alle più note infezioni
respiratorie; infatti Regioni come Lombardia o Val d’Aosta hanno
avuto un incremento percentuale addirittura maggiore, rispettivamente, del
2000% e del 1000%, mentre Regioni come Basilicata, Lazio e Sardegna,
hanno registrato un numero di decessi per COVID-19 pressoché sovrapponibile
alle morti per le più comuni infezioni respiratorie.
L’intento di questo contributo non è certo quello di sminuire la
gravità del fenomeno in atto, ma di sottolineare l’esigenza di strutturare
adeguati flussi di dati che possano supportare ragionamenti comparativi
di analisi critica. Allo stesso tempo, si evidenzia la necessità di supportare
al meglio gli ospedali italiani con adeguate risorse, ma che siano
realmente coerenti con le necessità locali, che sono
differenziali, così da non dover più incorrere, in futuro, in soluzioni ex
post, ma agendo proattivamente.
Sicuramente una domanda nasce spontanea, alla conclusione di queste
considerazioni: l’emergenza COVID-19 costringe a rivedere le scelte
intraprese a partire dal 2012?