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Tedeschi Calzature di Casandrino (Napoli): un’azienda che innova restando artigiana

Primo produttore di calzature nell’Unione Europea e undicesimo per numero di paia nel mondo, l’Italia è un riferimento per il settore calzaturiero e molte delle sue imprese sono di natura familiare. A loro è dedicato l’ultimo libro della collana Università Cattaneo Libri di Guerini Next, “L’impresa calzaturiera di famiglia. Storie di una generazione che innova”, curato da Valentina Lazzarotti (professore associato della Scuola di Ingegneria Industriale) e Federico Visconti (Rettore della LIUC – Università Cattaneo). In linea con il precedente volume dedicato alle imprese familiari (“Family Up – Il giovane imprenditore tra continuità e cambiamento”), il libro è un viaggio attraverso 11 casi di eccellenza del settore. PMI collocate in varie zone d’Italia (le Marche la fanno da padrone, ma non mancano aziende lombarde, venete, campane, toscane), che coprono tutti le fasi della filiera, dal formificio alla conceria, dai produttori di suole a quelli di tacchi.

Tra le imprese raccontate nel libro anche un caso del napoletano, ossia Tedeschi Calzature di Casandrino.

Un giovane di seconda generazione ma lui stesso fondatore della sua impresa: questa in sintesi la storia di Salvatore Tedeschi, che da un anno ha lanciato il suo progetto, tutto rivolto al target dei Millennials. Partito con l’azienda di famiglia, Salvatore si scontra con le complessità del passaggio generazionale fino ad arrivare al punto di rottura e alla decisione di fondare una sua azienda, in cui coinvolge comunque il padre e la sorella. Tra le maggiori innovazioni di Tedeschi Calzature, l’utilizzo di un piccolo macchinario, impiegato di norma per rifinire il bordo delle borse, che viene usato invece per abbellire la tomaia delle scarpe. Fondamentale è poi per Salvatore il rapporto con gli stakeholder. Il futuro? C’è l’idea di realizzare da qui a 10 anni una catena del valore specializzata con la suddivisione fra design e produzione.

“Il volume – spiega Valentina Lazzarotti – nasce da un’iniziativa dell’associazione di categoria, Assocalzaturifici, che con questo studio ha voluto mettere in luce le eccellenze del comparto, analizzandone dinamiche e strategie. Da una parte c’è il tentativo di fronteggiare la crisi contenendo i costi anche attraverso l’automazione dei processi, dall’altra la necessità di “restare artigiani”, per garantire il bello del design italiano che rende queste aziende partner insostituibili per le grandi griffe di moda. In questo contesto, si inseriscono le dinamiche tipiche delle imprese familiari”. 

A questo proposito, a guidare le scelte di innovazione dei giovani imprenditori, rispetto ai loro predecessori, ci sono cinque classi di obiettivi che la letteratura specialistica indica come tipici delle imprese familiari: controllo e influenza familiare sull’impresa, identificazione e senso di appartenenza, attenzione alla creazione di legami duraturi con i diversi stakeholder, attaccamento emozionale fra i membri della famiglia, desiderio di conservazione della dinastia familiare.

Questi obiettivi assumono una connotazione particolare nei giovani intervistati e sono in grado di attivare alcune determinanti di innovazione (in termini di allocazione delle risorse, strutture e sistemi, apprendimento organizzativo), a loro volta generatrici di dimensioni di innovazione, osservabili come cambiamenti nel modo in cui l’innovazione stessa è organizzata o nei risultati che essa produce (nuovi prodotti, nuovi business model, nuovi processi produttivi, ecc.).

“Oltre alle scelte di gestione dell’innovazione e ai suoi risultati, dai casi analizzati – continua Valentina Lazzarotti – emergono altri numerosi aspetti, come l’internazionalizzazione di queste imprese, il coinvolgimento di soggetti esterni alla famiglia, il ruolo delle donne ai vertici.

Oltre a Calzaturificio Brunate, le altre imprese che si sono raccontate nel volume sono Formificio STF, Suolificio Mannini Romano, Vittorio Virgili, Calzaturificio Gardenia, Missouri, Moda Di Fausto, Calzaturificio Brunate, Tedeschi Calzature, Loriblu.

“Sembra prender forma – spiega il Rettore Federico Visconti nelle conclusioni del volume – una ‘via calzaturiera all’innovazione’, i cui ingredienti fondamentali sono da ricercarsi nelle modalità con cui vengono attivate le determinanti dei processi innovativi, nell’apertura sistematica al contributo di attori terzi, nella tensione a collegare le azioni intraprese ai risultati conseguiti, nel perseguimento di un nuovo punto di equilibrio tra interessi della famiglia proprietaria e obiettivi di sviluppo dell’impresa”.

Per Assocalzaturifici, l’incoraggiante fotografia del settore offerta da questo volume può sollecitare le aziende al cambiamento e offrire alcune strategie su cui riflettere. Se, infatti, è indispensabile un cambio di paradigma verso logiche aziendali, queste non devono dimenticare l’origine familiare ma devono anche orientarsi verso forme manageriali, aperte a collaborazioni esterne e attente all’evoluzione del mercato.

Lo sviluppo di conoscenze nell’ambito delle imprese familiari sta alimentando alla LIUC anche un nuovo percorso formativo, dal titolo Family Business Management, inserito nella laurea triennale di Economia Aziendale, con insegnamenti specifici offerti in lingua inglese.