LIUC comunicati stampa

Imprese familiari nel calzaturiero: i casi delle imprese marchigiane Suolificio Mannini, Calzaturificio Vittorio Virgili, Missouri e Loriblu



Primo produttore di calzature nell’Unione Europea e undicesimo per numero di paia nel mondo, l’Italia è un riferimento per il settore calzaturiero e molte delle sue imprese sono di natura familiare. A loro è dedicato l’ultimo libro della collana Università Cattaneo Libri di Guerini Next, “L’impresa calzaturiera di famiglia. Storie di una generazione che innova”, curato da Valentina Lazzarotti (professore associato della Scuola di Ingegneria Industriale) e Federico Visconti (Rettore della LIUC – Università Cattaneo). In linea con il precedente volume dedicato alle imprese familiari (“Family Up – Il giovane imprenditore tra continuità e cambiamento”), il libro è un viaggio attraverso 11 casi di eccellenza del settore. PMI collocate in varie zone d’Italia (le Marche la fanno da padrone, ma non mancano aziende lombarde, venete, campane, toscane), che coprono tutti le fasi della filiera, dal formificio alla conceria, dai produttori di suole a quelli di tacchi.

Tra le imprese raccontate nel libro anche quattro casi di aziende marchigiane del Fermano.

Una realtà innovativa, anche grazie a bandi per progetti di automazione dedicati a touch screen, software per immagazzinamento ed elaborazione dei dati di processo e e robot antropomorfi: il Suolificio Mannini, situato a Sant’Elpidio a Mare, è oggi guidato dal papà Romano e dai figli Angiolo e Massimo. E’ soprattutto grazie a loro che l’azienda ha mutato la propria concezione dei dipendenti, visti sempre di più come collaboratori che come membri della famiglia, segno di una maggiore professionalizzazione nella gestione delle risorse umane, anche con un forte impegno nella formazione e nell’aggiornamento delle risorse. Dal 2015, l’azienda è presente con un nuovo stabilimento produttivo in Romania, ma restano in Italia le competenze e il know how. Suolificio processa sia le suole stampate che quelle costruite e innova non solo dal punto di vista tecnico o tecnologico, ma anche dal punto di vista stilistico e del business model, nonché con modifiche importanti nel layout dello stabilimento.

Nata come azienda di calzature per bambini, il calzaturificio Vittorio Virgili di Sant’Elpidio a Mare avvia la sua attività nel 1964 e dai primi anni 2000 è passato a quelle femminili di alta fascia. Dopo la scomparsa del fondatore, l’azienda è passata nelle mani della figlia Monica, CEO della società. Una realtà tutta al femminile, dunque, che vanta partnership con grandi brand dell’alta moda internazionale, fa innovazione più di prodotto che di processo e punta molto sul legame con gli stakeholder. Inoltre, Monica Virgili ha fortemente voluto l’apertura di uno showroom a Milano, così come l’introduzione di una figura che fa da collante tra il team di tecnici e gli studi di design con cui collabora, una sorta di Resource & Development Specialist.

Forte radicamento sul territorio ma anche clientela internazionale (soprattutto Russia, Medio Oriente ed Europa), con un mercato estero che arriva a rappresentare circa l’80% del fatturato: questa la dimensione in cui opera Missouri, azienda di Monte Urano specializzata nelle scarpe di alta gamma per bambini. A fianco del padre Sergio (“Lavoro nel settore da sessantatrè anni. Della scarpa conosco “vita morte e miracoli e questo ha un grande valore perché permette di procedere speditamente nella realizzazione dei modelli, evitando spesso prove superflue”), ci sono i figli Cristina e Cristiano La struttura aziendale è snella ed informale (non si timbra il cartellino delle presenze) e i rapporti con gli stakeholder sono particolarmente stretti. Molte le iniziative green in corso, per verificare che i materiali dei prodotti dei fornitori e, soprattutto, quelli a trattamento chimico, siano certificati.

Graziano Cuccù inizia l’avventura di Loriblu di Porto Sant’Elpidio in un garage nel 1974. Nel 2014 l’azienda ha raggiunto un fatturato di quasi 50 milioni di euro. Un’avventura straordinaria che ha portato l’azienda a diventare un’eccellenza a livello regionale e nazionale. Con il Presidente Cuccù, la moglie Annarita Pilotti, prima donna a ricoprire la carica di Presidente di Assocalzaturifici (in carica fino a giugno 2019). Il passaggio generazionale è in corso e sta portando sempre maggiori responsabilità ai figli Sara, Claudia, Riccardo e Michela. Tra le peculiarità dell’azienda: la coesione dei dipendenti, la rete di distribuzione che garantisce prossimità al cliente e incentivazione della customer experience, con 20 negozi monobrand e 28 showroom in tutto il mondo. L’innovazione è supportata attraverso attività di acquisizione di conoscenza proveniente dall’esterno (buyer, boutique, società di consulenza, fornitori) e il coinvolgimento di alcuni centri di ricerca e scuole di formazione. Il futuro? Gli obiettivi riguardano il consolidamento del proprio posizionamento nel mercato interno e la continua spinta dell’internazionalizzazione.

“Il volume – spiega Valentina Lazzarotti – nasce da un’iniziativa dell’associazione di categoria, Assocalzaturifici, che con questo studio ha voluto mettere in luce le eccellenze del comparto, analizzandone dinamiche e strategie. Da una parte c’è il tentativo di fronteggiare la crisi contenendo i costi anche attraverso l’automazione dei processi, dall’altra la necessità di “restare artigiani”, per garantire il bello del design italiano che rende queste aziende partner insostituibili per le grandi griffe di moda. In questo contesto, si inseriscono le dinamiche tipiche delle imprese familiari”. 

A questo proposito, a guidare le scelte di innovazione dei giovani imprenditori, rispetto ai loro predecessori, ci sono cinque classi di obiettivi che la letteratura specialistica indica come tipici delle imprese familiari: controllo e influenza familiare sull’impresa, identificazione e senso di appartenenza, attenzione alla creazione di legami duraturi con i diversi stakeholder, attaccamento emozionale fra i membri della famiglia, desiderio di conservazione della dinastia familiare.

Questi obiettivi assumono una connotazione particolare nei giovani intervistati e sono in grado di attivare alcune determinanti di innovazione (in termini di allocazione delle risorse, strutture e sistemi, apprendimento organizzativo), a loro volta generatrici di dimensioni di innovazione, osservabili come cambiamenti nel modo in cui l’innovazione stessa è organizzata o nei risultati che essa produce (nuovi prodotti, nuovi business model, nuovi processi produttivi, ecc.).

“Oltre alle scelte di gestione dell’innovazione e ai suoi risultati, dai casi analizzati – continua Valentina Lazzarotti – emergono altri numerosi aspetti, come l’internazionalizzazione di queste imprese, il coinvolgimento di soggetti esterni alla famiglia, il ruolo delle donne ai vertici.

Oltre a Suolificio Mannini, Calzaturificio Vittorio Virgili, Missouri e Loriblu, le altre imprese che si sono raccontate nel volume sono Calzaturificio Gardenia, Calzaturificio Brunate, Tedeschi Calzature, Conceria Sicerp, Tacchificio Villa Cortese, Formificio STF, Moda Di Fausto.

“Sembra prender forma – spiega il Rettore Federico Visconti nelle conclusioni del volume – una ‘via calzaturiera all’innovazione’, i cui ingredienti fondamentali sono da ricercarsi nelle modalità con cui vengono attivate le determinanti dei processi innovativi, nell’apertura sistematica al contributo di attori terzi, nella tensione a collegare le azioni intraprese ai risultati conseguiti, nel perseguimento di un nuovo punto di equilibrio tra interessi della famiglia proprietaria e obiettivi di sviluppo dell’impresa”.

Per Assocalzaturifici, l’incoraggiante fotografia del settore offerta da questo volume può sollecitare le aziende al cambiamento e offrire alcune strategie su cui riflettere. Se, infatti, è indispensabile un cambio di paradigma verso logiche aziendali, queste non devono dimenticare l’origine familiare ma devono anche orientarsi verso forme manageriali, aperte a collaborazioni esterne e attente all’evoluzione del mercato.

Lo sviluppo di conoscenze nell’ambito delle imprese familiari sta alimentando alla LIUC anche un nuovo percorso formativo, dal titolo Family Business Management, inserito nella laurea triennale di Economia Aziendale, con insegnamenti specifici offerti in lingua inglese.