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Impresa e conoscenza per far crescere il Paese: Vincenzo Boccia apre l’Anno Accademico della LIUC




“L’assuefazione è il declino di un Paese. E’ necessario avere occhi che guardano lontano, verso quella certezza nel futuro data solo dalla conoscenza, da luoghi del sapere come questa Università”: questo il richiamo del Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia alla platea dell’Inaugurazione dell’Anno Accademico della LIUC – Università Cattaneo oggi, lunedì 12 novembre 2018. Alla cerimonia è intervenuto anche il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti.
Boccia ha sottolineato che “in un Paese come il nostro, privo di materie prime e fonti energetiche, si deve alle menti la costruzione del futuro, mettendo le persone al centro della società e le imprese al centro dell’economia”. Auspicando il ritorno all’ottimismo del Dopoguerra, Boccia ha richiamato l’importanza di “conservare una dimensione critica rispetto alla realtà, recuperare il gusto della sfida e la voglia di approfondire, superando ansie e colpe e lavorando sulle soluzioni”.
Capitale, lavoro, conoscenza e informazione: sono questi, oggi, i fattori della produzione per Boccia, non più solo capitale e lavoro, a testimonianza del ruolo fondamentale giocato dalle Università nel portare valore alle imprese.

In piena sintonia l’intervento del Presidente della LIUC Michele Graglia: “Noi tutti, in questo Ateneo, sentiamo forte il dovere di offrire ai nostri studenti le migliori condizioni e tutti gli strumenti a nostra disposizione per permettere loro di costruire, pragmaticamente, un futuro il più solido e sostenibile possibile. I confortanti risultati di queste settimane sul fronte delle immatricolazioni per le attuali due Scuole (Economia aziendale e Ingegneria gestionale) ci rafforzano nel continuare su una strada che, crediamo, permetterà anche negli anni futuri di vedere la nostra Università ottenere ottimi risultati nelle graduatorie nazionali sulla qualità del lavoro svolto”.
Critico, in un passaggio, il Presidente Graglia, : “Se siamo certamente soddisfatti per i risultati ottenuti nelle immatricolazioni per questo anno, siamo altrettanto preoccupati per le crescenti incertezze, politiche ed economiche, che caratterizzano il periodo attuale”. E ancora: “La certezza della continuità delle risorse, che solo il lavoro genera, è il vero problema da affrontare senza cadere nella demagogia inutile. Non creiamo l’illusione che isolandoci possiamo cambiare il mondo.
Fuori dai nostri confini le aziende e i prodotti italiani, tutti, non solo moda e cibo, godono di grande rispetto sui mercati internazionali: siamo geneticamente bravi a fare industria. Mettiamo a frutto questa capacità per far crescere il nostro Paese”.


La gestione della proposta di valore (che passa dall’offerta formativa e didattica, dalla ricerca ma anche dall’attività della LIUC Business School), il presidio delle relazioni con una pluralità di attori (scuole, università partner, donatori della borse di studio, laureati, imprese, istituzioni, comunità accademica a livello internazionale) e la creazione di forze trainanti (studenti, faculty, personale di gestione, organi istituzionali) sono stati i 3 snodi fondamentali della relazione del Rettore prof. Federico Visconti, che ha tracciato un bilancio del percorso di evoluzione dell’ateneo, tra risultati ottenuti, sfide ancora aperte e passi da compiere nel prossimo futuro.
Visconti ha approfondito il cammino della LIUC degli anni più recenti: “Una storia di buon senso, di spirito critico, di apertura al nuovo, di pragmatismo, di assunzione di responsabilità. Di robusta mobilitazione di risorse, giovani e meno giovani. Di progressivo allontanamento dalla palude del ‘Si è sempre fatto cosi’. In altre parole, il  cantiere LIUC ha proseguito intensamente la propria attività anche nel corso dell’anno accademico che si sta concludendo. Lo si è fatto mantenendo alta la tensione al cambiamento, privilegiando la sostanza alla forma, coltivando la trasparenza, iniziando a introdurre meccanismi di accountability. Lo si è fatto continuando ad investire sul patrimonio intangibile”.
Citando Sergio Marchionne (uno dei molteplici spunti utilizzati dal Rettore, da Galileo Galilei a Henry Ford fino ad Antoine de Saint Exupéry): “Esiste un mondo in cui le persone non lasciano che le cose accadano. Le fanno accadere”. “Ispirati dalla missione della LIUC – ha detto Visconti – guidati dal piano strategico, continueremo a lavorare per fare accadere le cose”.

Di seguito la prolusione congiunta dell’Inaugurazione, affidata a due donne, Raffaella Manzini, Professore Ordinario di Ingegneria economico gestionale e Pro Rettore alla Ricerca della LIUC - Università Cattaneo e Chiara Mauri, professore Ordinario di Economia e gestione delle imprese dell’Università della Valle d’Aosta, sul tema PMI, quelle che fanno accadere le cose.
Una ricetta per il successo imprenditoriale non esiste, servono però degli ingredienti: strumenti manageriali adatti, capitale intellettuale e capitale relazionale, l’attivazione di radar e attività di marketing. I due interventi hanno riguardato “due capolavori da valorizzare nelle PMI”, l’innovazione e il marketing appunto. Dove l’una deve essere portata sul mercato dall’altra e dove, per entrambe, a muovere le risorse tangibili sono le idee, le competenze, le menti.