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Sistema tributario e alimentazione: alla LIUC si inaugura l’Anno Accademico con un focus sulla Scuola di Diritto




Un’Inaugurazione dell’Anno Accademico all’insegna del diritto tributario, ma anche dell’alimentazione, con un occhio a Expo2015: la cerimonia si è tenuta oggi presso la LIUC – Università Cattaneo e ha visto come sempre la presenza di numerose autorità del territorio.

Protagonista è stata la Scuola di Diritto, con il Corso di Laurea in Giurisprudenza: un’occasione importante per ricordare i molti punti di forza del corso, dai laboratori esperienziali alla possibilità di seguire 1 anno + 1 semestre interamente in lingua inglese, fino a percorsi specifici di preparazione alla pratica professionale.

Uno dei temi cardine della giornata è stato l’equità, intesa soprattutto come sinonimo di giustizia sociale: “Equità – ha detto il Presidente della LIUC Michele Graglia - è un valore che coinvolge molti aspetti della catena delle responsabilità. Penso, soprattutto, ai nostri giovani, nella speranza che la correttezza fiscale possa essere sicuramente compresa come un valore imprescindibile, come pilastro etico basato su comportamenti corretti di rispetto per il bene comune.
Ma se penso alle nuove generazioni, protagoniste del nostro impegno quotidiano come istituzione accademica, il termine Equità significa anche il nostro dovere di fornire loro le opportunità, gli strumenti, i giusti consigli per affrontare il futuro e saperlo gestire con sapienza scientifica ed eticità. Ecco allora che Equità è anche un principio cardine  nella distribuzione delle risorse a disposizione per la formazione”.

Il Rettore prof. Valter Lazzari ha parlato invece nel suo intervento del valore dell’educazione universitaria: “Senza clamore, è pian piano mutata negli ultimi decenni. Prima era percepita come bene pubblico per l’interesse della società a promuovere la diffusione dell’istruzione di massimo grado, allora rara, nella popolazione. Ora, invece, che l’educazione universitaria interessa una rilevante parte della popolazione, è intesa come “bene in prevalenza privato”, una speciale forma di investimento, in capitale umano invece che azioni o bond, a quasi esclusivo beneficio di chi l’acquisisce. E’ suo interesse ottenerla per meglio realizzarsi in un mondo sempre più complicato e competitivo. Questo cambio di natura ha implicazioni profonde, in prima luogo sul modo di copertura dei costi di produzione del bene ma, di conseguenza, pure sul processo di creazione e proposta dei prodotti formativi”.

La prima prolusione è stata affidata al prof. Franco Gallo, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, che è intervenuto sul tema “Ripensare il sistema tributario in termini di maggiore equità distributiva”, approfondendo in modo particolare l’importanza della funzione redistributiva dello Stato in un momento come questo, segnato da una forte crisi economico-finanziaria.
Il prof. Gallo ha poi illustrato le linee guida per la costruzione di un nuovo sistema tributario: “Avvalendosi anche degli strumenti comunitari e nella prospettiva della creazione di un unione fiscale dell’Europa, il nuovo sistema dovrebbe consentire di distribuire meglio le basi imponibili secondo il concetto allargato di capacità contributiva e, nel contempo, ci restituisca una progressività che abbia comunque l’effetto di premiare gli svantaggiati”.
Gallo ha auspicato anche un’evoluzione del ruolo dello Stato da “Leviatano dell’amministrazione a istituzione che lavora in un’ottica di sussidiarietà, secondo il principio di uguaglianza”.

Fisco e Food sono stati invece i due temi attorno ai quali si è sviluppato l’intervento del prof. Giuseppe Zizzo, Direttore della Scuola di Diritto. Se una volta c’erano le tasse sul consumo degli alimenti di base (sul macinato, sul sale, sul tè), poi sono arrivate quelle sul consumo di alimenti ritenuti superflui e le cosiddette tasse sul vizio (es. sull’alcool). Ora invece è il tempo delle tasse che mirano a colpire il consumo di alimenti ritenuti poco salutari. 
“Si parla sempre più insistentemente – ha detto - di junk food tax, di soda tax, di fat tax. Di tributi sui grassi, di tributi, cioè, applicati al consumo di cibi, di bevande o di singoli componenti di cibi o bevande che sono ritenuti idonei a provocare l’ingrassamento. Si parla molto, ma in effetti si fa poco. Negli Stati Uniti, considerati pionieri in questo campo, solo quattro Stati applicano imposte selettive sulle bibite, in altri i progetti di legge presentati per la loro istituzione come per l’istituzione di un’imposta selettiva sui dolciumi non sono stati approvati. Dei 45 Stati che hanno un’imposta generale sui consumi, 31 considerano gli alimenti esenti e 7 tassano gli stessi prodotti con un’aliquota inferiore a quella ordinaria. In 17 degli Stati che esentano i prodotti alimentari i dolciumi da banco sono però soggetti all’aliquota ordinaria. In 22 Stati sono soggetti all’aliquota ordinaria anche le bibite.