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In provincia di Varese 1 impresa su 5 è idonea alla quotazione

Una ricerca della LIUC – Università Cattaneo in collaborazione con FIM Credit Spa, Equity Partner di Borsa Italiana In provincia di Varese 1 impresa su 5 è idonea alla quotazione Considerando un campione di 356 società localizzate nella Provincia di Varese che nel corso del 2012 hanno espresso un giro d’affari superiore ai 10 milioni di Euro, circa il 20% di queste ad oggi mostra performance economico-finanziarie idonee alla quotazione sul mercato AIM Italia di Borsa Italiana. Lo dice il risultato di una ricerca condotta dalla LIUC – Università Cattaneo in collaborazione con FIM Credit SpA, Equity Partner di Borsa Italiana. La possibilità di diversificare le fonti di finanziamento, di ricapitalizzazione e di rilancio dei piani industriali sono temi cardine per lo sviluppo delle PMI varesine e trovare forme di finanziamento alternative al debito è divenuto oramai un obbligo. Tra queste fonti vi è l’ipotesi di quotazione sui mercati gestiti da Borsa Italiana e in particolare l’AIM Italia, il mercato dedicato alle PMI. “Di questi tempi si parla molto di gestione del rapporto banca-impresa”, sostiene Jonathan Donadonibus, Docente di Finanza di Impresa della LIUC – Università Cattaneo e curatore della ricerca, “ma io credo che in realtà si debba fare riferimento ad un concetto più ampio di rapporto impresa-mercato dei capitali. Gli imprenditori del nostro territorio devono saper cogliere le opportunità offerte da forme alternative di raccolta di capitali in un’ottica di diversificazione e contenimento del rischio finanziario. In tal senso, il mercato AIM Italia, è molto più vicino alle esigenze delle nostre imprese di quanto si possa pensare”. In quest’ottica è quindi stato analizzato il campione. Ne è emerso che il bacino d’utenza delle imprese potenzialmente quotabili conta 137 società che sono state poi ricondotte a tre diverse classi di “quotabilità” in funzione delle loro performance economiche e finanziarie. • 1^ classe: 65 imprese (18% del campione, 1 su 5) sono già pronte ad un eventuale sbarco in Borsa in quanto presentano un margine EBITDA superiore al 10% e un indebitamento inferiore a 4x l’indice Debito/EBITDA. • 2^ classe: 13 imprese (4% del campione) al momento non quotabili ma potenzialmente tali nell’eventualità in cui si riuscisse a ridurre la propria esposizione debitoria. I criteri che ne hanno permesso l’individuazione sono una performance reddituale certificata da un margine EBITDA superiore al 10% ma da un rapporto Debito/EBITDA compreso tra 4x e 6x che ne testimonia un “appesantimento” finanziario. • 3^classe: 59 imprese (17% del campione) che vantano un indebitamento contenuto (Debito/EBITDA minore di 4x) ma non ad oggi già quotabili per via di un livello di EBITDA al di sotto del 10% ma comunque superiore al 6%. • Non quotabili: 219 imprese, rappresentanti il residuo 61% del campione, costituiscono l’orizzonte delle imprese che ad oggi non esprimono performance tali da poter approcciare un mercato di Borsa. Nel complesso, il campione delle 65 imprese sin da oggi quotabili (1° fascia) ha registrato nel 2012 un fatturato complessivo di 2,5 miliardi di Euro ed un giro d’affari pro capite di circa 41 milioni di Euro. L’EBITDA complessivo è stato di poco superiore ai 460 milioni di Euro, mediamente pari al 18% dei ricavi. In conclusione, anche se l’ipotesi di quotazione oggi non può riguardare la maggioranza delle imprese varesine, i risultati della ricerca mostrano come un discreto numero di queste possa rappresentare fin da subito un traino per l’economia di questo territorio fungendo da apripista verso forme di finanziamento fino ad oggi ritenute non percorribili.