LIUC comunicati stampa

Vent’anni di LIUC, venti nuovi

Inaugurato il ventesimo anno accademico alla LIUC

Vent’anni di LIUC, venti nuovi


1991 – 2011: l’Università Carlo Cattaneo – LIUC taglia il traguardo del suo primo ventennio, con lo sguardo al futuro e alle molte sfide che l’attendono, ma senza dimenticare il passato e i traguardi già raggiunti. La mattinata si è aperta con la comunicazione dell’impossibilità a partecipare della Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, attesa come ospite d’onore. Queste alcune parole del saluto che ha fatto pervenire all’assemblea: “Questo è un traguardo significativo per la crescita che l’Università Cattaneo ha segnato in questi suoi primi venti anni, periodo certamente non lungo per la vita di un’università, riuscendo comunque ad imporsi nel mondo accademico italiano e nella società come una Università che ha contribuito a fare innovazione in questo importante segmento della vita del Paese, quello della formazione superiore e della ricerca. Non posso che esserne molto felice, come Presidente di Confindustria e della LUISS, innanzitutto per questo contributo di progresso, ma anche per il fatto che questa Università è nata proprio per iniziativa degli imprenditori”.
Negli interventi dei vertici dell’Università, sono state ricordate le tante eccellenze che hanno caratterizzato e caratterizzano questo ateneo, voluto dalle imprese del territorio nel 1991 – fondamentale il contributo dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, da sempre interlocutrice per eccellenza di questa Università – ma capace negli anni di imporsi a livello nazionale (come attestano le numerose classifiche universitarie redatte da enti terzi) e anche internazionale, con convenzioni che permettono il continuo scambio di studenti ma anche di docenti. Iniziata nel 1991 con 303 studenti, oggi la LIUC ha 3 Facoltà (Economia, Giurisprudenza, Ingegneria), 13 Master Universitari di primo e secondo livello, circa 2.000 studenti e 300 docenti. Ad oggi i laureati LIUC sono quasi 7.000.
“Il rapporto con il mondo del lavoro – ha detto il Presidente Paolo Lamberti - è per noi qualcosa di organico, che inizia con la stessa progettazione dei contenuti dei corsi e prosegue con la partecipazione di soggetti provenienti dal mondo dell’impresa e delle istituzioni alla costituzione del nostro corpo docente. Siamo un’istituzione accademica che vuole essere fortemente proiettata al fare. Così è per l’attività didattica, così è per quella di ricerca”.
Il Presidente ha colto l’occasione per una riflessione più complessiva sulla situazione del Paese, ricordando quanto la formazione sia fondamentale per quello scatto d’ali che il contesto internazionale ci richiede: “Oggi, il nostro Paese sta attraversando una fase molto critica proprio a causa dello sfilacciamento che si registra tra le diverse componenti della società e all’interno della sfera politica. Non esiste una visione strategica condivisa sul futuro del Paese. Traballano i tradizionali punti di riferimento valoriali. Il litigio perpetuo è la dominante del dibattito politico, quello cioè che ha luogo nella sfera che più di tutte dovrebbe avere a cuore il destino e il bene comune. Il conseguente disagio di noi cittadini e di noi operatori è particolarmente elevato. Vorrei
ricordare, per inciso, che la formazione è la più importante infrastruttura immateriale di un Paese, che merita quindi la più alta attenzione, anche sotto l’aspetto della dotazione di risorse”.
Dal Rettore della LIUC, prof. Andrea Taroni, è giunta una serie di osservazioni relative alla recente Riforma dell’Università, tra le tante luci e le altrettante ombre che questa porta con sé: “Ci sono alcune parole chiave relative ai provvedimenti della legge che vale la pena di richiamare: autonomia, responsabilità, incentivazione della qualità e dell’efficienza del sistema universitario, merito e valutazione, con conseguenze anche economiche per chi ottenga valutazioni negative, nuove forme di governance, incentivazione delle Università virtuose, ristrutturazione dell’offerta formativa, diritto allo studio, meccanismi di reclutamento basati sull’idoneità nazionale, adozione del codice etico, istituzione del Comitato dei Garanti per la ricerca, istituzione del tenure-track per il reclutamento dei ricercatori.
Ci sono anche alcune cose che mancano e che ci avrebbe fatto piacere invece ritrovare nella legge, quali l’abolizione del valore legale dei titoli, maggiori sforzi di divulgazione e chiarezza circa la qualità della formazione nelle diverse sedi, maggiore attenzione alla distinzione tra le tipologie delle Università operanti nel nostro Paese (statali, non statali legalmente riconosciute, telematiche)”.
Per la prima volta nella storia della LIUC è stata data la parola in questa importante occasione anche ad uno studente, nello specifico al rappresentante degli studenti in Consiglio di Amministrazione, Sebastiano Signò: “Il laureato LIUC ha una marcia in più: è versatile, adattabile, efficiente. Questo perché durante gli anni di formazione abbiamo la possibilità di apprendere da alcuni tra i migliori professori in circolazione. Inoltre, va sottolineato il numero chiuso e volutamente basso di studenti, che permette un rapporto studente - docente non paragonabile ad altri Atenei.
La LIUC unisce inoltre un’eccellente didattica ad una vita universitaria molto formativa: grazie alle numerose associazioni presenti, abbiamo la possibilità di unire l’utile al dilettevole, mettere in pratica quanto ci viene insegnato a lezione, imparare ad osare, intraprendere, gestire e realizzare”.
A conferma del forte legame con Confindustria, la scelta di dedicare la prolusione al tema “I cent’anni di Confindustria nella storia dell’economia e della società italiana” . Relatore, il professor Valerio Castronovo, Presidente del Centro Studi per la Documentazione Economica e d’Impresa, nonché dell’Archivio del Cinema e della Comunicazione d’Impresa che ha sede presso la LIUC.
“Confindustria - ha detto Castronovo - ha assecondato, attraverso varie iniziative, lo sviluppo del made in Italy e ottenuto dal sistema bancario maggiori possibilità per le imprese di accesso al credito. Ma ora anche i sindacati sono chiamati a intraprendere, dopo una lunga fase di immobilismo sul versante delle relazioni industriali, il percorso ormai obbligato (affinché le nostre imprese non vengano buttate fuori dal mercato) verso una maggiore flessibilità e produttività del lavoro in cambio di maggiori investimenti e incrementi salariali da parte delle imprese. Sarà così possibile impostare un dialogo costruttivo per creare un nuovo sistema di rappresentanza e individuare nuove forme di partecipazione dei lavoratori all’interno delle aziende.
Da cent’anni a questa parte la produzione manifatturiera rappresenta non solo il dna e la stella polare della Confindustria. Costituisce tuttora la leva principale per lo sviluppo di un sistema-paese più efficiente e competitivo, e quindi in grado di produrre più ricchezza da distribuire in modo equo e calibrato all’insegna della solidarietà e della coesione sociale. Ma perché questo avvenga occorre che si affermi nel nostro Paese una nuova cultura del merito e della responsabilità. Anche per questo ritengo che il ruolo della Confindustria rimarrà fondamentale”.
La conclusione è stata affidata al Presidente della Commissione Cultura di Confindustria, nonché Vice Presidente di LUISS, Alessandro Laterza, il quale ha elencato le priorità che il Paese deve affrontare per riprendere slancio, ovvero “competitività di sistema, riduzione del debito pubblico, semplificazione della burocrazia, riduzione del carico fiscale”. E ancora, una riflessione sulla Riforma Gelmini: “La Riforma, che Confindustria ha accompagnato in tutto il suo percorso, tocca certo in misura maggiore gli atenei pubblici, ma anche i privati, in quanto a cambiare sarà tutto il contesto. Ci auguriamo davvero che la valorizzazione del merito diventi una realtà e che avvenga sempre più attraverso parametri certi, senza ridursi perciò a semplice slogan. Quanto alle risorse a disposizione, se per quest’anno possiamo stare relativamente tranquilli, per il prossimo futuro è necessaria una spinta in avanti, con coerenza, altrimenti rischiamo di rimanere senza carburante”.

Castellanza, 24 gennaio 2011